Chirurgia Robotica

È una tecnica applicata in Chirurgia sin dalla fine degli anni 90 (ormai da oltre 20 anni), sia pure in centri selezionati, e rappresenta un ulteriore passo in avanti nell’ambito della chirurgia mini-invasiva. Ha indicazioni in età Pediatrica soprattutto nella Chirurgia ricostruttiva (quando devono essere effettuate delle suture) ed in particolare in quella urologica (idronefrosi, reflusso vescico-ureterale, reni a ferro di cavallo, reni situati in posizioni anomale o malruotati, complesse malformazioni urinarie, uretere retrocavale etc.).

 

Rispetto alla Chirurgia Laparoscopica tradizionale la Chirurgia Robotica presenta alcune differenze importanti. Il chirurgo è distante fisicamente dal campo operatorio e siede ad una consolle, dotata di un monitor, dalla quale, attraverso un sistema complesso, il chirurgo comanda il movimento dei bracci robotici. A questi vengono fissati i vari ferri chirurgici, pinze, forbici, dissettori, che un’équipe presente al tavolo operatorio provvede ad introdurre nella cavità sede dell’intervento. L’impiego dei bracci meccanici ha il vantaggio di consentire una visione tridimensionale con un’immagine più ferma, e di rendere le manovre più delicate e fini anche perché gli strumenti sono articolati all’estremità distale.

 

Il grosso vantaggio della Chirurgia Robotica è che i bracci robotici hanno 6 gradi di movimento (come il polso dell’uomo) e quindi permettono una dissezione e soprattutto una sutura più precisa in particolare quando si deve suturare in spazi molto ristretti (come accade in età pediatrica). Inoltre il Robot offre una visione tridimensionale ad alta definizione al Chirurgo, permettendo degli interventi più precisi grazie alla magnificazione dell’immagine che offre la consolle robotica.